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Sono contraria, sono contraria per le controindicazioni che con troppa facilità vengono taciute, sono contraria perché sembra che la “pillola del giorno dopo” sia una specie di gomma da cancellare da usare con una serata trascorsa a tratto di lapis.
Non è questione di aborto-sì e aborto-no ma molto più superficialmente di assumersi le responsabilità dei propri gesti.
Sono stata educata dai miei genitori a tener conto dei rischi/errori con la libertà di fare entrambi e la consapevolezza della responsabilità che ne sarebbe seguita.
La Ru486 è una sconfitta per qualsiasi donna, NON è una conquista.
Se è una conquista lo è per quella fetta di umanità maschile per cui un “buco vale l’altro” (perdonate la metafora forse volgare), che a fronte del proprio piacere non ha intenzione di usare “nulla” e che non vuole complicazioni. Ci sarebbe da aggiungere: “peccato che tanta attenzione non l’abbiano usata i loro genitori”.
Si è in grave errore a considerare la RU486 come un antistaminico per allergici ai bambini; un aborto: terapeutico, voluto, spontaneo, indotto lascia, nella donna, tracce indelebili.
Non le sottovalutate in virtù di una vita apparentemente più facile nell’immediato, i nodi verranno al pettine, magari nel momento più impensabile!
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