Un po' cazzeggio e un po' no, dipende dal giorno

Articoli con tag ‘vita’

Bambole di porcellana


Sono 10 giorni che il blog è fermo.
Si intuisce che è un periodo un po' così?
Varie e diversificate preoccupazioni fanno da sfondo a uno scazzo generalizzato innescando un loop dal quale è difficile sottrarsi.

Ieri pomeriggio passando davanti la camera di mia nonna, la porta socchiusa, l'occhio ha colto qualcosa di anomalo. Ho aperto la porta e lei era seduta in terra, ai piedi del letto, le gambe leggermente divarivate, il busto eretto, le mani in grembo, lo sgardo stupito. Sembrava una di quelle bambole che si collezionavano anni fa.
Ma loro sedevano sul letto e non ai suoi piedi…
Per fortuna anche questa volta è andata bene e non si è rotta nulla!
 


 



 

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Siamo a -2


Venerdì a quest’ora, con un pizzico di fortuna, la prima parte di ricostruzione di crack ginocchio rotto sarà completata, senza fortuna non mi operano per prima e ci vorrà ancora qualche ora!
Questo è il penultimo post prima dell’intervento e del ritorno a casa che sarà presumibilmente lunedì 12.
Come sempre quando sono lontana leggo e rispondo alle mail dal telefonino quindi tranquilli se non rispondo al blog o ai pvt .
Ora lo so che quanto sto per scrivere può sembrare paranoico invece rientra semplicemente in quella necessità di prevenire eventuali problemi insita nel mio carattere.
A Firenze ieri hanno approvato una specie di testamento biologico, il mio intervento è uno di quelli considerati di routine, inoltre l’ho già fatto nel 1997 ma diceva la mi nonna:"E’ meglio ave’ paura che buscalle!", ma nella vita tutto si può conoscere tranne il proprio destino.
Allora lascio su queste pagine, dove il 90% di quelli che mi leggono mi conoscono nel reale, dove più del 50% è stato in casa mia e conosce la mia famiglia il mio "testamento biologico"
In caso di problemi di qualsiasi genere dico NO all’accanimento terapeutico ma che a nessuno venga in mente di staccarmi la spina dell’idratazione e dell’alimentazione (solo ogni tanto nell’acqua metteteci qualche goccia di vino che nonna (sempre la stessa) diceva che l’acqua da sola faceva la ruggine e distruggeva i ponti!)… sto solo dormendo e poi torno e se non torno è perchè il Signore ha voluto così, insomma che nessuno inciampi nelle mie spine!

Nel prossimo post vi "regalo" l’intero intervento recuperato su you tube… contenti????

E gli anni passano, i bimbi crescono…


Lo scorso anno la Benfenati mi omaggiò del seguente commento:"non mi dica?!
è successo un’altra volta????
senta ma non aveva già festeggiato nello stesso giorno l’anno scorso? e quello prima ancora?
ma è incredibile la sua puntualità in questo genere di eventi…"

Mi piace essere puntuale, sono un po’ banale che ci volete fare

I Fuori di Testa mi festeggiano qui (e li ringrazio)

Marta mi ha spiazzato qui….

La Marghetti prova a commuovermi qui…

Graciete cerca di farmi arrossire…

Giornata intensa


Ieri sera sono andata a prendere i miei cugini venezuelani all’aeroporto, tornavano da una settimana a Madrid, mettendo la macchina in garage il ginocchio si è girato un’altra volta (sto ginocchio si "converte" più di me ), stamattina era di nuovo gonfio, dolorante e poco stabile. Decido di rimanere a casa. A questo punto decido di non far venire la zia 80enne a prendere i ragazzi, li porto io, meglio un fastidio a me che un rischio a lei. Vado e mi fermo a pranzo.
Quando mi rimetto in macchina per tornare a casa, vedo a poca distanza dalla partenza un uomo in terra al centro della carreggiata ed una macchina ferma nel mezzo, istintivamente penso che sia stato investito. Mi fermo. L’uomo anziano è caduto da solo, è grigio in volto e farfuglia, è già stata chiamata l’ambulanza, parcheggio in doppia fila, scendo e chiedo se posso essere utile (a far che ci sarebbe da chiedersi…). C’è l’uomo al volante della macchina che se lo è visto inciampare a pochi metri, un altro uomo a piedi ed una ragazza. L’uomo caduto viene accompagnato vicino all’ufficio postale, viene portata una sedia in attesa dell’ambulanza, procurata acqua, lui insiste per volersene andare a casa ma è confuso e traballante inoltre ha un braccio che mostra chiari segni di emorragia.
L’uomo che si trovava lì per caso va a spostare la macchina a quello che l’aveva lasciata in mezzo alla strada per soccorrere l’uomo caduto e poi si volatilizza.
L’uomo che portava la macchina lasciata in mezzo alla strada dopo aver convinto l’uomo caduto a mettersi seduto porta a casa suo padre (in macchina) bloccato da un torcicollo, dice che torna ma io non l’ho rivisto.
La signora che ha chiamato il 112 (il 118 non rispondeva) dopo un po’ mi dice che le chiude la banca, le dico di andare dopo una telefonata di sollecito al 112, resto io.
Non sono sola, ci sono 4 ragazze di un supermercato che hanno procurato sedia, acqua, disinfettante e dietro mia richiesta ghiaccio per il braccio.
Il mio "compito" è sedare il vecchietto… sparo cazzate a raffica.. "Non può andare a casa, arresterebbero la signora che ha telefonato la prima volta per procurato allarme", al suo "non voglio andare in ospedale" mostro orgogliosa il tutore e gli dico "io c’ero un mese fa, non c’è niente di male" ed altre.

Arriva l’ambulanza, scende non so se un medico o paramedico, una donna, getta un’occhiata e dice:"questo l’ho caricato poco tempo fa", mi attardo un po’, aspetto che gli facciano le prime domande di routine ma la sensazione è che dietro la routine ci sia altro, non è solo lavoro… un’ambulanza a Roma di norma non ricorda i volti che carica giornalmente…

Rassicurata chiedo agli infermieri se posso andare, il ginocchio inizia a farsi sentire… acconsentono, ripartendo con la coda dell’occhio vedo l’uomo che docilmente sale in ambulanza, ha rifiutato la lettiga ma va a farsi controllare in ospedale, sorrido e dico Grazie!

Meeting una settimana dopo


Per chi transita qui ma non ha mai messo piede al Meeting di Rimini forse è opportuno fare un "cappello introduttivo". Il Meeting è arrivato alla sua trentesima edizione, alla ventottesima io non sapevo nemmeno che esistesse!
L’appuntamento ciellino è un evento culturale a 360°, indipendente dall’istituzione " Comunione e Liberazione", in parole povere niente Messe e niente preghiere ma tavole rotonde, incontri, interviste, presentazioni di libri, concerti, guide all’ascolto della musica classica, mostre ed occasione di incontro.
Qui è possibile vedere gli incontri più significativi, sono stati ospiti atei, ebrei, musulmani, cristiani, premi Nobel e gente con la terza media, depressi e felici, bianchi e neri, insomma tutto ed il contrario di tutto.
Messo così sembra uno spot pubblicitario in realtà se non venite io l’anno prossimo impreco meno contro le code!
Però se volete bene a voi stessi, indipendentemente da quello che pensate della Chiesa come istituzione, dalle vostre convinzioni, dai pregiudizi in genere mettete in preventivo almeno tre giorni a Rimini il prossimo anno.

Mi sento quasi pronta a lanciare l’offerta "Soddisfatti o Rimborsati" e pagare di tasca mia eventuali insoddisfatti, tanto sono certa non di conversioni miracolose ma della soddisfazione dell’anima di chi partecipa indipendentemente dal Credo o dal movimento di appartenenza.

La conoscenza è sempre un avvenimento


Che titolo banale eh? Si potrebbe dire ovvio… per rimanere in tema di banalità aggiungerò che la conoscenza nasce da un Incontro almeno ho chiuso il cerchio.
Sono appena rientrata dal Meeting di Rimini, stamattina a casa mi sono accorta che mi mancava la confusione che regnava in Fiera, a me che detesto il casino!
Lo scorso anno era la mia prima volta, la partecipazione mi lasciò entusiasta, quest’anno sapevo in linea generale cosa aspettarmi ma ho ricevuto un  regalo imprevisto: giovedì sera durante un concerto mi sono sentita parte non di un gruppo più o meno vasto ma di un popolo più precisamente di un Popolo in cammino!
Si potrebbe parlare all’infinito, raccontare le testimonianze, sentire dalla gente comune come gli è cambiata la vita dopo un Incontro. A leggerle così potrebbero sembrare le parole di un’invasata ma vi assicuro che guardare negli occhi uno che sconta un paio di ergastoli che ti racconta di come non vede l’ora di rientrare in carcere per raccontare agli altri quanto di bello ha incontrato oppure di quei ragazzini africani aiutati dal sostegno a distanza che mossi da quello che i "genitori a distanza" fanno per loro applicano lo stesso metodo, senza che nessuno glielo abbia detto o suggerito, per aiutare un loro compagno orfano è roba che non succede tutti i giorni… o forse sì?

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù, la pillola va giù…la pillola va giù…


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Sono contraria, sono contraria per le controindicazioni che con troppa facilità vengono taciute, sono contraria perché sembra che la “pillola del giorno dopo” sia una specie di gomma da cancellare da usare con una serata trascorsa a tratto di lapis.

Non è questione di aborto-sì e aborto-no ma molto più superficialmente di assumersi le responsabilità dei propri gesti.

Sono stata educata dai miei genitori a tener conto dei rischi/errori con la libertà di fare entrambi e la consapevolezza della responsabilità che ne sarebbe seguita.

La Ru486 è una sconfitta per qualsiasi donna, NON è una conquista.

Se è una conquista lo è per quella fetta di umanità maschile per cui un “buco vale l’altro” (perdonate la metafora forse volgare), che a fronte del proprio piacere non ha intenzione di usare “nulla” e che non vuole complicazioni. Ci sarebbe da aggiungere: “peccato che tanta attenzione non l’abbiano usata i loro genitori”.

 

Si è in grave errore a considerare la RU486 come un antistaminico per allergici ai bambini; un aborto: terapeutico, voluto, spontaneo, indotto lascia, nella donna, tracce indelebili.

Non le sottovalutate in virtù di una vita apparentemente più facile nell’immediato, i nodi verranno al pettine, magari nel momento più impensabile!

Delle api ed altre considerazioni sparse


Stamattina ero in giardino a fumare, un’ape girava oziosa intorno ad una piuma persa da qualche uccellino. Mi è venuta voglia di leggere la vita delle api, qualcosa già sapevo ovviamente, ho approfondito un po’.
L’ape regina nasce per caso regina, nel senso che non c’è nessun re ad inseminare la regina madre (evito di mettere tutta la pappardella della riproduzione delle api) e metterà il naso fuori dall’alveare una sola volta per il volo nunziale o due se si decide di emigrare (in realtà la "principessa" non decide niente, decide la madre).

In realtà l’attenzione sulle api e la loro vita mi si è destata leggendo un libro che nulla c’entra con le api ma che condanna una serie di cose tra cui il capitalismo visto come sfruttamento della gente, coincidenza vuole che stamattina leggevo dell’importanza delle ferie…

Comunque stamattina leggevo:"[…]L’emblematico Datore di Lavoro contemporaneo, specialmente il Datore di Lavoro Modello (che è la categoria peggiore), nutre nel suo animo avido e maligno un sincero odio per le vacanze. […]
[…]Può anche trattare gli uomini come terra, ma se si vogliono ricavare dei soldi dalla terra bisogna lasciarla riposare.[…]
[…]Quando si concede ad un uomo una vacanza, gli si restituiscono il corpo e l’anima[…]*

L’utopia degli Usurai G.K. Chesterton (pag. 45-50)

Al di là della considerazione che sì, ho bisogno di andare in vacanza, mi domando come l’emblematico Datore di Lavoro Modello non arrivi a comprendere che è solo per caso che lui è il DLM e non l’operaio, magari un caso complesso con parte di meriti suoi ma pur sempre un Caso e solo l’egoismo e l’egocentrismo gli impediscono di vedere che la vita dell’Ape Regina è di gran lunga più noiosa e triste dell’ape operaia che morirà di fatica molto prima di lei ma nel suo piccolo avrà conosciuto la Bellezza del mondo 

Mi hanno dato un premio


Che il posto dove lavoro non mi piaccia non è una novità per chi legge queste pagine.
Essendo una persona razionale so benissimo che con i tempi che corrono è grasso che cola (con sto caldo) se uno ha un lavoro a tempo indeterminato e di proposte in giro non ce ne sono!
Quattro volte all’anno nel mio posto di lavoro danno i premi (produzione e rendimento). Fino al primo gennaio io avevo un contratto a progetto e non partecipavo a questa cosa, o meglio. con il mio lavoro facevo raggiungere gli obiettivi al mio servizio ma di fatto non percepivo premi. Ieri ho partecipato alla ricezione del primo semestre 2009 (il mio primo semestre a tempo indeterminato). Il premio, in denaro, al netto è stato uguale allo stipendio, quindi stipendio raddoppiato.
L’amarezza per un livello che non è il mio, la delusione per un lavoro che faccio come se guidassi in prima e con il freno a mano tirato, la frustrazione per la consapevolezza di fare un decimo di quello che potrei sono state in parte ricompensate non tanto dall’importo (comunque assolutamente non trascurabile) ma dal fatto che sia il premio più alto mai dato ad un pari livello e per giunta che lo percepisce per la prima volta (strane alchimie regolano l’elargizione dei premi, di solito si raggiunge il massimo per gradi a prescindere dagli effettivi meriti)
Vi dirò… mi fa più piacere questo che l’importo!

Ipotesi di carriera…


Lo squaletto di zia Viv

Tre anni fa arrivai un venerdì pomeriggio a Siena, la casa-vacanze era al completo… c’erano mia madre, mia nonna (bis-nonna dello squaletto), mia zia Maria (bis-zia di Matteo), zia Gianna (nonna), zio Gianni (nonno), mio padre, mio fratello…
Al mio arrivo mi catapultai in casa ed infilai il costume a velocità supersonica poi andai in giardino a chiacchierare con loro.
Michelle e Matteo erano fuori dalla piscina, io mi siedo su un lettino ed iniziano le domande di rito: come è andata la settimana, quanto caldo fa, ecc ecc….
La piscina non è alta, un metro e venti (credo), Michelle già all’epoca toccava il fondo in punta di piedi, Matteo decisamente no e faceva il bagno con i braccioli.
Mentre ero presa nella conversazione Michelle entra in acqua e Matteo senza dir nulla si tuffa, senza braccioli. L’ipotesi di tragedia si palesa ed io mi tuffo al volo, lo prendo e lo metto sul bordo  e lui:"Ah che scemo mi sono scordato i braccioli!"
Segue ramanzina sulla pericolosità del suo gesto ma da quel momento Matteo ha sempre fatto il bagno senza braccioli (ma non da solo). Tutt’ora non sa nuotare in senso classico della parola, ignora e non vuole imparare gli stili di nuoto… lui vuole andare sott’acqua e lo fa con un istinto che io non mai visto prima!
L’attribuzione del soprannome di "squaletto" deriva dal fatto che lui stesso faceva, in piscina, lo squalo: gamba sinistra alzata a 90° a simulare la pinna dorsale, mano destra che faceva ciao-ciao, naso libero ed occhi aperti…
Lo scorso settembre gli è stato proposto di fare il corso di nuoto… ha rifiutato… vuole fare quello da sub!
E’ un po’ presto ma lo stile ci sta tutto!!!!
Mi sa che Zia Viv domani gli compra maschera e boccaglio e glieli porta venerdì… ma glieli da solo dopo almeno 5 pagine di libro delle vacanze di matematica (gli altri non sono arrivati ancora alla scuola!)… anzi forse gli compro le pinne… le maschere a casa ci sono ed il boccaglio non gli serve se vuole fare l’apneista!