Capitolo XXIV
Rino sperduto tra i monti ed i pensieri (la pastorella aveva lasciato traccia nel suo animo) decise di dare una controllata alla casa.
Sistemò cavi e cavetti, batterie e telefonini satellitari e preparò la connessione.
Pochi minuti ed era in casa. Con un moto di sgomento scollegò tutto e riprovò; doveva esserci stato un errore, un accavallamento di segnali, quello non poteva e non doveva essere casa sua!
C’erano facce nuove, congestionate dalla discussione, gente che sbatteva i pugni sul tavolo, gente che urlava, qualcuno minacciava la rissa fuori la porta.
Poco o nulla riuscivano a fare i “parenti” per sedare gli animi. Rimase a guardare la discussione per un po’ Magri lo guardava di sottecchi. Lo conosceva da tutta una vita e riconosceva i cambi di umore. Ora gli sembrava una vecchia locomotiva a vapore, che montava pressione; vide l’espressione degli occhi cambiare, la bocca diventò una riga sottile. Prese a cercare furiosamente nella borsa del portatile.
Magri, che aveva sbirciato di nascosto, sapeva cosa stava per accadere!
Rino prese una cuffia con microfono incorporato, di quelle che usano le centraliniste, inserì lo spinotto, pigiò un paio di tasti e poi con voce furiosa fece il suo ingresso in Casa Accètta.
“Adesso basta!”
Il silenzio calò nella casa. Gli astanti guardavano, con facce ebete, a destra e sinistra, senza capire da dove provenisse la voce.
Pippiniello, Edvina e gli altri familiari riconobbero la voce ed in qualche modo si fecero più piccoli.
Gli ospiti, superato il primo imbarazzo, ripresero da dove avevano lasciato….
Ogni riferimento a persone o cose realmente esistite è puramente casuale
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