Autori:
Terry e Viviana
Carissimi amici,
oggi vi presenteremo l’ultimo strumento, a sostegno della nostra iniziativa.
Lunedì siamo partite col raccontarvi cosa succede in una clinica svizzera, tanti di voi ci hanno dato sostegno e di questo non vi ringrazieremo mai abbastanza.
Vi chiediamo di collaborare ancora, non solo perché crediamo in questa iniziativa, ma soprattutto perché lo consideriamo un dovere. Promuovere la vita, e arginare tutto ciò che può invece negarla. Soprattutto se dietro ci sono interessi economici, che poco hanno a che fare con la dignità dell’uomo e la sua bellezza. Una bellezza trasfigurata forse nella fisicità a causa di una malattia, di un handicap, ma intatta nell’animo.
Abbiamo inviato una lettera al Ministro degli Esteri On. Franco Frattini, che vi proponiamo quì di seguito. Vi chiediamo un ultimo sforzo: quello di prelevarla e inviarla al Ministro con le vostre generalità. Vi chiediamo anche di farla girare in modo che in molti possano usare questo strumento. Più siamo, più possibilità abbiamo che qualcosa si muova.
Nel secondo rigo ci presentiamo come cattoliche, ognuno di voi può presentarsi come vuole perché siamo convinte che la difesa della vita non abbia colori, né bandiere, né religioni.
Vi ringraziamo in anticipo.
Indirizzo a cui la lettera va inviata: segreteria.frattini@esteri.it
Alla cortese attenzione del
Capo Segreteria e Segretario Particolare
Dott.ssa Nadia SALVATORI
Gentilissima dottoressa Salvatori,
le sarei estremamente grato/a* se, dopo avere preso visione della presente, lei potesse, nel momento più opportuno, porgerla all’attenzione del Signor Ministro degli Esteri, Onorevole Franco Frattini.
Ringraziandola anticipatamente, le porgo un caloroso saluto
Nome e Cognome
Onorevole Signor Ministro degli Esteri, dottor Franco Frattini,
sono/a un/a modesto/a* blog-writer cattolico/a che, insieme ad alcuni "colleghi" e lettori, è rimasto molto impressionato dalla realtà delle cliniche che praticano l’eutanasia o suicidio assistito.
Come Lei saprà, cliniche di questo tipo si trovano in Belgio, Olanda e Svizzera; però, mentre nei due primi Paesi il "servizio" è riservato ai concittadini, la Svizzera invece apre le porte anche agli stranieri, e dunque anche agli italiani. Sono venuto/a* a conoscenza che molti nostri concittadini hanno richiesto la "prestazione" e 15 di loro sono già stati uccisi.
Ci preoccupa molto il fatto che il proprietario della clinica abbia piani di marketing molto ambiziosi: non solo i malati terminali, ma chiunque sia stanco di vivere, potrà rivolgersi a loro.
Le notizie di cui disponiamo sono frammentarie e imprecise, le Vostre saranno di ben altra qualità, ma parrebbe che le Autorità elvetiche stiano valutando se intervenire in senso restrittivo sulle attività del centro.
Ora io mi chiedevo se Voi, come Ministero degli Esteri di uno degli Stati coinvolti nella vicenda, potreste fare una diplomatica pressione perchè lo Stato svizzero proibisca l’utilizzo del "servizio" ai cittadini italiani o comunque stranieri.
Conoscendo la Sua sensibilità ai temi che riguardano la difesa della vita sono certo/a* che, se in questa vicenda esiste un margine di azione per il Ministero di cui Lei è titolare, lo attuerà al meglio.
Perciò, qualunque sia la Sua decisione, fosse anche "purtroppo non c’è niente da fare", La ringrazio comunque di cuore!
Con stima
Nome e Cognome
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Link del blog (se ne avete)
* Dato che qui transitano anche amici piuttosto distratti vi ricordo di sostituire le parti in rosso con quella di vostra pertinenza 
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