64 anni fa in un’alba fredda ma tersa (non lo so ma la immagino così) il cielo di Roma udiva il primo vagito di Giulio Cesare Vanni, occhi verde acqua e 4 capezzoli, un torello di oltre 4 chili se non ricordo male le narrazioni di mia nonna…
Venire al mondo il 21 Gennaio del 45 non è che fosse un’occasione da non lasciarsi sfuggire ma lui testardo decise così…
La vita non gli ha fatto sconti, come a molti altri, un cognome pesante come un macigno, un fratello con gravi handicap, un padre morto troppo presto ma che gli ha lasciato una porta aperta per il futuro.
Un futuro caparbiamente costruito con la giusta dose di sacrificio ed impegno, di delusioni e successi.
Ora ti godi la pensione nella tua Siena, quella che ti accolse quando neonato nonna doveva lavorare a Roma ma che ora vivi per scelta.
Un compleanno, 38 anni fa, festeggiato in “modo originale” mi lega, se possibile, ancora più intensamente a te (anche a mamma che festeggiava con te e che ha fatto il resto per i nove mesi successivi…), il carattere quasi fotocopia mi fa sorridere.
Ora sei di là a guardare la tv, in questa Roma che ti sta sempre troppo stretta (esattamente come a me) per quegli affari di famiglia che ti hanno visto a Milano stamattina e a Napoli domani.
Sei un padre presente e discreto, sei un padre che capisce sua figlia senza bisogno di parole o gesti.
Sei il padre che avrei voluto avere e che ho avuto (continuo ad avere spero per molto).
Auguri Papà

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