Sono viva, per chi non lo sapesse :-)
Per pigrizia non sono neanche andata a vedere da quanto tempo non entravo in questa casa virtuale. L’ho trovata impolverata, un po’ come quella reale. Ma oggi avverto il bisogno di un posto “protetto”. Un luogo virtuale che molti conoscono, o sarebbe meglio dire conoscevano vista la latitanza, ma che nella cerchia della mia famiglia ignorano e che mi leggerebbero se scrivessi su altri social.
Sono giorni difficili per tutti. Sono lontana dalla mia famiglia essendo rimasta a Roma prima ancora che scattasse la “quarantena” per esigenze di lavoro, pur avendo i requisiti per raggiungere Siena non l’ho fatto perchè fino al giorno prima avevo fatto la vita della pendolare, viaggiando su treni non sempre a distanza di sicurezza, ho preferito non rischiare di infettare i miei congiunti (una prozia di quasi 90 anni, un padre con diverse patologie, un nipote quattrenne che amo più di me stessa, mia madre, mio fratello, mia cognata, ecc).
Ci sono situazioni, a me vicine, nelle quali posso essere solo testimone a distanza, senza poter offrire un conforto reale e non si tratta del virus (non lo scrivo con il nome scientifico per scrupolo di ricerca google). Mi fa stare male ma il mio ruolo è un altro, è sempre stato un altro.
Il disegno creato per me, o forse quello che io mi sono fatta e gli altri accettano di buon grado, è quello della persona forte che infonde coraggio e speranza, che scardina il pessimismo, prende a calci in culo le avversità e trova soluzioni al limite.
Vado a farmi la doccia e rimettermi la “divisa” ma avevo bisogno di qualche minuto di vulnerabilità!
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